Quello del dilemma del prigioniero è un classico problema della teoria dei giochi, ed in particolare appartiene a quelli che vengono definiti i giochi non cooperativi: i giochi non cooperativi sono quelli nei quali non è possibile accordarsi tra i giocatori per definire strategie vantaggiose per tutti.

“Due sospettati, A e B, sono arrestati dalla polizia. La polizia non ha prove sufficienti per trovare il colpevole e, dopo aver rinchiuso i due prigionieri in due celle diverse, interroga entrambi offrendo loro le seguenti prospettive: se uno confessa e l’altro non confessa chi non ha confessato sconterà 10 anni di detenzione mentre l’altro sarà libero; se entrambi non confesseranno, saranno condannati ad un solo anno di carcere; se, invece, confesseranno entrambi la pena che dovranno scontare sarà pari a 5 anni di carcere. Ogni prigioniero può riflettere sulla strategia da scegliere tra, appunto, confessare o non confessare. In ogni caso, nessuno dei due prigionieri potrà conoscere la scelta fatta dall’altro prigioniero.”

Da questa vicenda ne è stata ricavata un’attività molto utile da proporre ai gruppi per ragionare attorno ai vantaggi e agli svantaggi di atteggiamenti cooperativi o competitivi. Non voglio qui riproporre questa attività, in quanto molto nota e disponibile in rete in numerose versioni. Vorrei suggerire due frammenti tratti da una serie televisiva americana e da un film, che ripropongono la vicenda sotto due punti di vista differenti e l’uso che ne ho fatto.

Durante un incontro formativo in cui ho riproposto questa attività, ho deciso di utilizzare i due filmati come introduzione e conclusione.

Il primo tratto da “Numbers”, una serie televisiva in cui un matematico geniale aiuta l’FBI a risolvere dei casi utilizzando le proprie competenze, mi è stato utile in quanto spiega bene la vicenda e mi è risultato utile per introdurre il dilemma.

Il secondo è tratto dal film A beautiful mind, che narra la storia di John Nash, matematico che ha studiato la teoria dei giochi applicata all’economia. Questo secondo frammento di film racconta una divertente applicazione pratica della teoria dei giochi, e mi è sembrato utile per chiudere il lavoro dopo la discussione comune degli esiti dell’attività.